Report Bankitalia

Difficilmente potremo tornare al Pre-2006

Bankitalia, in un’analisi del mercato immobiliare, afferma che difficilmente potremo tornare ad un mercato come si è avuto dalla fine degli anni 90 al 2006.

“Difficilmente”, così comincia l’analisi di Bankitalia sul futuro del mercato immobiliare nel nostro paese. Secondo l’analisi fatta, il mercato immobiliare italiano ha subito effetti negativi molto importanti durante questa lunga recessione (attualmente ancora in atto) iniziata oramai nel lontano 2006, cioè prima della crisi finanziaria del 2008.  Nel documento si legge che << i percorsi che nel passato hanno portato alla forte crescita del settore immobiliare, “difficilmente” potranno tornare nel prossimo futuro >>. Questa conclusione è il risultato di un’attenta analisi che Bankaitalia ha fatto sul tessuto sociale Italiano e straniero, gli attuali problemi di accesso al credito che trovano i giovani e soprattutto gli stranieri regolari, un contesto demografico non favorevole, obbligano ad una cautela sulle future previsioni del mercato immobiliare. E’ senza alcun dubbio molto chiaro, che mancando quello strato sociale che dalla fine degli anni 90 al fatidico 2006 ha dato linfa al mercato immobiliare, oggi non esiste più o quanto meno è diminuito in maniera sostanziale.

Questa analisi, fa presagire che il comparto immobiliare nei prossimi anni subirà un diverso asset e aprirà a nuovi modelli di crescita, diversi da quelli del passato e a cui ci eravamo abituati. La direzione prevista sarà quella di salvaguardare il paesaggio e le aree verdi, una maggiore attenzione al miglioramento delle condizioni di sicurezza, alla riqualificazione di quello che è il patrimonio immobiliare esistente, ma soprattutto al miglioramento dell’efficienza energetica. Queste nuove esigenze e nuovi scenari, evolveranno il mercato immobiliare verso quello che ad oggi viene chiamato “social housing”, quindi non più offerte di nuove abitazioni, ma offerte di servizi abitativi. Prospettive queste che comunque dovranno essere sviluppate, organizzate e progettate, non sarà un cambiamento immediato, ma secondo Bankitalia e secondo alcuni importanti operatori, sarà la direzione che il nostro mercato immobiliare prenderà inevitabilmente sulla scia degli altri paesi Europei e di altre realtà del tipo U.S.A..

Il documento prosegue analizzando quelle che sono state le dinamiche che hanno fatto crescere l’esigenza di acquistare un’abitazione. Come detto, dagli anni 90 al 2006, la domanda di immobili era sostanzialmente dovuta – secondo l’analisi – ad una costante crescita della popolazione che ha portato ad una richiesta costante di nuove abitazioni. A partire dal 2007 però, la domanda ha cominciato a contrarsi (per diversi e svariati motivi) portando nel 2013 ad un dimezzamento delle compravendite, accumulando uno stock di abitazioni invendute che si aggira intorno alle 500 mila untià. Questa contrazione ha determinato dopo alcuni anni, dato che l’invesione di tendenza non viene recepita immediatamente sulle quotazioni immobiliari, alla contrazione anche dei valori immobiliari, valori che dal 2012 al 2013 hanno subito un decremento circa del 20% in media nazionale. Purtroppo questo dato essendo una media nazionale, analizzando approfonditamente quelle che sono le varie realtà nazionali, si nota come ci siano state purtroppo aree del nostro paese che hanno subito una svalutazione immobiliare molto più ampia di quella che è la media nazionale.

Certamente il mercato immobiliare del nostro paese ha subito un grosso colpo in questi anni, le previsioni sono abbastanza positive per quanto riguarda il rialzo del numero delle compravendite, ma rimangono sostanzialmente negative e prudentemente stazionarie per quanto riguarda una possibile ripresa in rialzo dei valori immobiliari. Comunque su una cosa tutti sembrano concordi, anche se ci saranno nei prossimi anni dati positivi sulle compravendite, queste non si ripercuoteranno in maniera positiva sui valori immobiliari che rimarranno sostanziamente quelli di questo ultimo anno.